
Chiamatele scatole, se volete, ma non racchiudono, non separano, non definiscono un dentro e un fuori. Sono aperte. Lo sguardo le attraversa. Uno sguardo trasparente sulle cose del mondo, che si vorrebbero leggére. Foglie pendule di argento e oro, garze bianchissime sospese nel vuoto, un po’ di sabbia che si fissa sul vetro perché neanche la luce sia pesante. Pulviscolo in uno scorcio di sole nella stanza in penombra, “ smeriglio di vetro calpestato”. L’artista prova a guardare il mondo con queste lenti.
Lenti selettive, che tolgono peso alla fitta rete di costrizioni che avvolgono ogni esistenza e che rendono la realtà così pesante. Ma non è forse per sottrazione che si raggiunge la poesia? A.T.
Sono filtri i vetri dorati e le pellicole sottili e fragili di carta
sono labirinti i fili sospesi
ed è ancora un viaggiare
nel silenzio rumoroso della mente.

Haiku box_08
2013
(21,3 x 23 x 5 cm) Legno, gesso, vetro, carta di riso, foglia d’oro, ferro

Haikubox_13
2013
(28 x 30 x 7 cm) Legno, gesso, vetro, carta di riso, foglia d’oro, ferro, pigmento blu oltremare

Haikubox_15
2014
(29,5 x 31,3 x 10 cm) Legno, gesso, vetro, carta di riso, filo

Haikubox_14
2013
(21,5 x 2 x 23) Legno, gesso, vetro, carta di riso, filo, pigmento blu oltremare

“Quando pronuncio la parola Niente, creo qualchecosa che non entra in alcun nulla“
Wisława Szymborska