Un anno un viaggio

Ho caricato sul mio sito altre due puntate del Serial travel “Un anno un viaggio” : Azerbaijan e Turkmenistan. Sono passati anni ormai dal nostro mitico viaggio, ma indelebili sono le emozioni!

Ho una vecchia coperta di lana verde

Ho una vecchia coperta di lana verde da mesi nel mio studio, è consunta, ma ancora così bella, non riesco a buttarla. Potrà diventare qualcosa d’altro? Mi ricorda il muschio, il calore del bosco. L’appoggio sul tavolo, l’osservo ancora poi, a fatica, ne taglio un pezzo. Lavoro molto in questo difficile periodo. Ho raccolto foglie, ho dipinto con le foglie. La mia coperta diventerà un piccolo albero. Cucio, brucio, aggiungo un rametto colorato dai licheni. Del filo di ferro. Cerco tra i materiali e spunta un viso, è un pezzo di ferro, chissà cos’era prima? Mi piace, ha carattere è potente. Manca ancora qualcosa. Un po’ di leggerezza, un piccolo ucello sopra la testa che ricordi il cinguettio, la leggerezza del volo, l’alba intrisa dei loro canti. E, ancora, una foglia pendula che ondeggi al nostro passare, un soffio la muove, un soffio la nostra vita.

Albero 2020 (30x20x104 cm) Lana, ferro, ottone, rametto e foglia

Quale forma diamo alla nostra libertà

Quale forma diamo alla nostra libertà (2020) (60×60 cm) Tempera all’uovo, foglia d’argento, foglia d’oro, grafite, colori ad olio, sanguigna, gesso

Lockdown. Attesa, blocco, impossibilità di accedere allo studio e impazienza di completare un’opera. Poi finalmente di nuovo al lavoro. Per giorni la guardo, immagino cosa vuole essere. Dipingo, modifico e improvvisamente, osservandola, intravedo un corpo. Pochi segni di sanguigna per delinearlo. Vuole essere indefinito, vuole essere un abbozzo perché  è tempo di ripensare a quale forma dare alla nostra libertà.

Altrove

Ho indossato un paio di scarpe rosse, una gonna e guardo da una nuova prospettiva i riflessi nell’acqua. Emerge da un altrove il desiderio di lasciarmi andare leggera nella molteplicità delle apparenze.